Le Scuole Waldorf come si pongono rispetto la religione?
Tutte le scuole Steiner/Waldorf sono aconfessionali ed apolitiche e non operano differenziazioni sociali, religiose, nazionali o etniche. Resta ai genitori la libertà di trasmettere gli insegnamenti religiosi che ritengono più opportuni per i propri figli.
Le immagini e le rappresentazioni sacre che talvolta si incontrano nelle classi e che attingono dalla tradizione cristiana non hanno finalità di catechesi o di indottrinamento.
L’anno del re: a quale età i bambini sono ammessi alla prima classe
I bambini possono iniziare l’apprendimento della lettura, della scrittura e del calcolo in prima classe, tra i sei e i sette anni.
Le abilità cognitive possono essere esercitate con facilità se i bambini hanno precedentemente avuto la possibilità di sviluppare adeguatamente le facoltà del parlare, del movimento e del coordinamento del corpo nello spazio e se hanno potuto imparare a relazionarsi con gli altri e con il mondo.
I bambini di sei anni vengono osservati dalle maestre d’asilo e da un’apposita commissione per valutare la maturità scolare.
Viene considerato “l’anno del re” l’ultimo anno di asilo, nel quale i bambini, che si stanno preparando per andare a scuola, consolidano le competenze acquisite sul piano sociale, relazionale, cognitivo, dell’espressione grafica e motoria.
Perché un ciclo di otto anni?
Il piano di studi steineriano è un unico ciclo di otto anni (comprensivo di elementari e medie) nei quali il maestro, affiancato da altri insegnanti di discipline specifiche, è il responsabile della classe e degli insegnamenti principali. Questo crea un profondo rapporto di conoscenza reciproca e di fiducia tra maestro e allievi. Accogliendo i bambini in I° elementare e accompagnandoli per otto anni, il maestro impara a conoscere profondamente ogni bambino riconoscendo le inclinazioni, le capacità e l’individualità di ciascun alunno. Ciò gli consente di abbracciare con lo sguardo le tappe fondamentali dello sviluppo di ogni bambino e di guidarlo verso il superamento delle difficoltà che può incontrare strada facendo. Il maestro, durante colloqui individuali o riunioni di classe, grazie alla profonda conoscenza dei bambini e delle loro necessità, è in grado di offrire il suo sostegno pedagogico ai genitori. Un rapporto continuativo ed esteso all’intero ciclo prima/ottava consente alla scuola e alle famiglie di cooperare attivamente per il bene dei bambini.
Cosa significa insegnamento a epoche?
Nella scuola steineriana le materie principali vengono trattate a periodi che vanno dalle tre alle sei settimane consecutive, tutte le mattine durante le prime due ore di scuola. Questo permette ai bambini di immergersi profondamente, giorno dopo giorno, nella materia affrontata e favorisce un legame più stretto e consapevole tra la materia e l’alunno, che tenderà così a interiorizzare meglio contenuti ed esperienze.
È vero che i bambini imparano a leggere e scrivere più tardi rispetto alle scuole tradizionali?
Sì, i nostri bambini imparano a leggere e a scrivere in tempi diversi rispetto agli altri istituti scolastici, questo perché vengono rispettati i ritmi di apprendimento del bambino delle prime classi elementari. Riconosciamo la vitale necessità di sperimentare ancora, nell’acquisizione del leggere e dello scrivere, il movimento fisico e le immagini di fantasia, elementi fondamentali per una sana crescita e un apprendimento scevro da forzature o precoci intellettualizzazioni.
È comprovato che bambini che iniziano a leggere più tardi rispetto ad altri non si trovano svantaggiati, anzi, spesso sono capaci di raggiungere e a volte superare nella lettura coloro che hanno imparato prima di loro. Inoltre è stato rilevato che vi sia un minor rischio nell’abbandono della lettura in età adolescenziale ed un maggior interesse verso gli studi anche in età adulta.
Quando e come si insegnano le lingue straniere?
I bambini della nostra scuola si avvicinano subito alle lingue straniere dalla prima classe elementare in poi. Nei primi anni i maestri di lingua cercano di far sperimentare ai bambini la musicalità della lingua straniera attraverso giochi, canzoni e piccole poesie per imparare insieme in modo pratico, attraverso il gioco e l’esperienza.
Cos’è l’Euritmia?
Si tratta di un’arte del movimento nata grazie a Rudolf Steiner, con l’esercizio della quale si affina la capacità di ascolto di sé e si accrescono la sensibilità e l’attenzione verso gli altri. L’euritmia aiuta a sviluppare la concentrazione, l’autodisciplina, la consapevolezza spaziale, una sensibilità estetica ed una sensibilità nei confronti dell’altro.
Le lezioni di euritmia possono accompagnare il programma scolastico riprendendone i temi, ad esempio lavorando sulle rime, sulla metrica, sulla storia e sulle forme geometriche.
L’euritmia, per le sue peculiari caratteristiche di armonizzazione, viene anche praticata in terapia.
È vero che nella scuola steineriana non si utilizzano libri di testo?
I libri ci sono, ma vengono costruiti dagli alunni stessi. Senza righe né quadretti, gli allievi imparano a dominare la pagina e, sotto la guida attenta dell’insegnante, realizzano giorno per giorno i propri quaderni sui quali studiare. Nelle classi medie si punta poi verso lo sviluppo dell’autonomia dei ragazzi nel prendere appunti o nello stendere relazioni individuali.
È vero che nella scuola steineriana non ci sono voti?
È vero. Non appartiene alla pedagogia Steiner/Waldorf quantificare le capacità dei bambini attraverso i voti perchè non rappresentano correttamente l’evoluzione e la crescita di un organismo complesso come quello dell’uomo in formazione, minano l’autostima che ogni bambino deve poter coltivare per costruire la propria identità personale e stimolano la competizione invece che la cooperazione tra alunni. Ciò non toglie che il percorso di acquisizione di capacità e nozioni sia costantemente monitorato, anche attraverso frequenti colloqui con le famiglie.
È una scuola a indirizzo artistico?
La nostra scuola, oltre alle materie tradizionali, propone fin dalle prime classi materie come disegno, pittura, modellaggio, recitazione, euritmia, musica, lavoro manuale e nelle classi più grandi il programma viene arricchito da epoche di falegnameria, giardinaggio, ginnastica Bothmer… Le attività proposte ai bambini e ai ragazzi sono finalizzate ad una crescita umana armoniosa ed equilibrata. Grazie ad esse si vuole fare appello alla vita di sentimento e alle forze di volontà, oltre che alle capacità intellettuali, al fine di porre le basi per lo sviluppo di un pensiero libero e mobile. L’equilibrio tra sentimento, volontà e pensiero viene ricercato anche nelle materie più “intellettuali”, facendo avvicinare gli allievi ai concetti più astratti attraverso processi artistici e pratici.
È vero che i bambini lavorano anche a maglia?
Dalla prima all’ottava classe i bambini e i ragazzi lavorano a maglia, ricamano, usano l’uncinetto, costruiscono marionette, animali, capi di vestiario in stoffa o lana. Il lavoro manuale per noi è una materia che diventa mezzo per sviluppare e armonizzare – come le materie più propriamente artistiche – volontà, sentimento e pensiero. La volontà: attraverso un amore per la ripetizione costante si coltiva la perseveranza che condurrà a sperimentare la vera bellezza del fare. Il sentimento: ogni esperienza del lavoro manuale si basa su una ginnastica interiore in quanto si vive un processo con un inizio, uno svolgimento e una fine. Questi tre momenti che portano a riconoscere le varie situazioni donano una compostezza interiore che aiuta ad affrontare la vita. Il pensiero: attraverso un insieme di azioni sensate si arriva a un metodo di lavoro. La scienza moderna ha già evidenziato quanto le attività degli arti siano strettamente connesse con lo sviluppo di quelle celebrali e come, attraverso l’abilità manuale, si stimolino le sinapsi celebrali.
Provenendo da una scuola tradizionale i bambini trovano difficoltà ad inserirsi in una vostra classe a ciclo già avviato?
La facilità di inserimento di un bambino nella classe varia con il suo temperamento e con la soggettiva capacità di adattarsi ai cambiamenti. In generale non si riscontrano difficoltà didattiche rispetto al programma, anzi, spesso si notano un nuovo entusiasmo e una ritrovata gioia di frequentare la scuola.
I ragazzi che lasciano la scuola steineriana riescono poi ad inserirsi nelle scuole esterne?
Generalmente gli inserimenti nelle scuole pubbliche, previsti per tempo, non sono problematici. Il passaggio più comune è quello dall’VIII o dalla IX classe Waldorf ad una scuola tradizionale, e di solito si svolge senza difficoltà di rilievo, anche per quanto riguarda il superamento degli esami di terza media.
Il passaggio alle scuole esterne nelle classi inferiori, in particolare tra la I classe e la IV, può essere potenzialmente più difficoltoso, a causa delle differenze significative nel programma.
La nostra esperienza ci permette di affermare che i ragazzi, dopo dodici anni di scuola steineriana, riescono ad entrare nel mondo con buoni valori e propositi, spesso portando nelle altre scuole un caratteristico entusiasmo e una intelligente curiosità.
Perché nelle scuole Steiner/Waldorf viene raccomandato di evitare l’uso di televisione, cellulari e tecnologia?
Uno degli aspetti principali dell’educazione Waldorf è quello di stimolare il sano sviluppo dell’immaginazione nei bambini. I nostri insegnanti ritengono che le immagini e i suoni che provengono dagli strumenti elettronici possano ridurre notevolmente la capacità per i bambini di immaginare e creare. Per questo motivo ne viene sconsigliato quantomento l’uso eccessivo.
Dicono che nelle vostre scuole i genitori siano chiamati ad essere attivi facendo le pulizie, organizzando eventi…?
Il ruolo dei genitori nella vita della nostra scuola è fondamentale. Organizzati in gruppi di lavoro volontario, si occupano della manutenzione delle strutture e dell’organizzazione delle iniziative economiche: bazar di Natale, feste della scuola aperta e occasioni d’incontro legate alla vita della comunità.
Che tipo di formazione hanno i docenti?
I docenti devono aver frequentato un corso di formazione specifico in pedagogia Waldorf. Ve ne sono in forma residenziale della durata di due anni oppure strutturati diversamente per chi studia all’Università o per chi lavora (in questo caso la durata è di tre o quattro anni, incluso un periodo di tirocinio). I maestri sono tenuti ad una formazione permanente sia attraverso il lavoro settimanale di collegio che tramite la frequentazione di corsi di aggiornamento e approfondimento presso le sedi abilitate.